Campari: migliori prodotti di Aprile 2024, prezzi, recensioni

Il solo nominare il nome può aprire un mondo: si sta parlando di Campari, il prodotto di punta dell’azienda che riporta il medesimo nome, nota per il suo colore rubino e la sua versatilità, quasi a renderlo protagonista di molti cocktail. Oggi andremo a parlare della “gamma completa” Campari, iniziando dall’origine del brand per comprenderne gli ingredienti e i cocktail più famosi che lo contengono.

La storia di Campari

Immaginate che Campari sia partito quasi per caso in un piccolo bar di Novara, che fu acquistato dagli avi della famiglia nel 1860. La ricetta è nata e ha iniziato a migliorare. Nel 1862 viene poi aperto a Milano il Caffè Campari e nel retro della bottega viene allestito un laboratorio dove il titolare prepara il vino e liquori per il suo locale. Il genio del signor Campari è stato quello di presentare il suo amaro prima di pranzo invece che dopo pranzo, facendo effettivamente un aperitivo di moda e diventando in seguito un rito in tutta Italia e in altre regioni. All’incirca 40 anni dopo, a Sesto San Giovanni, viene aperto il primo stabilimento di produzione Campari, e i prodotti iniziano ad essere esportati in altri paesi esteri, facendo di questa bevanda uno degli aperitivi alcolici più famosi.

Ci si domanda però, per quale motivo ebbe così tanto successo. Il primato di Campari è durato troppo a lungo per essere considerata una moda passeggera, quindi in questa guida cercheremo di comprendere quali siano gli elementi che lo distinguono e lo rendono così gradito dai consumatori.

Gli ingredienti del campari

Il Campari rientra nella famiglia dei bitter, ossia nella famiglia degli alcolici amari, il quale viene estratto da sostanze di origine vegetale e viene solitamente utilizzato come aperitivo o succo digestivo. Nello specifico, Campari si ottiene infondendo piante aromatiche, erbe amare e frutti in una miscela di alcool e acqua, conferendogli così un forte aroma e un colore rubino unico.

La formula di Campari risale a 150 anni fa ed è rigorosamente tutelata dall’azienda, che non ha mai rivelato gli ingredienti esatti: alcuni dicono che sono più di 20, altri circa 80. Non solo, ma purtroppo, fortunatamente, è ancora sconosciuto, e tutta questa riservatezza contribuisce all’atmosfera misteriosa di questa famosa bevanda.

Per quanto riguarda Campari Soda, un aperitivo monodose (tipica bottiglia di vetro a cono) è composto da una miscela di Campari e Seltz, ed è il primo della storia (1932). Immaginate che nel disegnare la sua inconfondibile bottiglia di vetro, per mano del futurista Fotonato Depero, conferendogli fama e riconoscibilità a livello di brand.

I cocktail che usano il Campari

I cocktail realizzati con Campari sono davvero tanti, oggi vi proponiamo tre dei cocktail più famosi e ammirati:

  • L’Americano. Ha un sapore amaro e rinfrescante, nasce a Milano con il nome di Milano-Torino (luogo di origine dei due ingredienti principali), ed è stata ribattezzata in questo modo perché molto apprezzata dai turisti americani. Americano viene fatto con 3cl di Campari, 3cl di Vermouth rosso e un po’ di Seltz splash.
  • Negroni. È un cocktail arancione scuro dal gusto deciso e secco, nato casualmente negli anni ’20 quando l’avventuriero italiano Conte Camillo Negroni andò a chiedere al barista di aggiungere un po’ di Gin nell’Americano.
  • Campari Orange. Una bevanda molto semplice e rinfrescante ottenuta dal mix di una parte di Campari e 4 parti di succo d’arancia in un long drink. Questa miscela è anche chiamata “Garibaldi” proprio per ricordare l’eroe dell’Unità d’Italia, perché il colore rosso ricorda la giacca e l’arancione ricorda la Sicilia e lo sbarco in essa.
Consigli finali: è bene ponderare la propria decisione secondo quelli che sono i propri gusti. Laddove dovessimo invitare un nostro amico ad un aperitivo, anche in questo caso è bene capire le sue preferenze.

Sono uno studente laureando in Giurisprudenza, la cui passione per la scrittura mi accompagna sin dal liceo.
Sono dirigente di due associazioni, la prima studentesca, la seconda socio-culturale. Mi impegno quotidianamente per migliorarmi e sono aperto a nuove esperienze che mi permettano di crescere, sia professionalmente che come persona.

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