Awamori: migliori prodotti di Maggio 2024, prezzi, recensioni

Awamori (qualcuno lo definisce un sakè locale) è prodotto solo nella Prefettura di Okinawa (ci sono circa 40 distillatori). È il distillato più antico del Giappone, ed è prodotto esclusivamente nella Prefettura di Okinawa, la parte più meridionale del Giappone, secondo proprio le leggi nazionali. Prodotto con riso tailandese e koji nero, il distillato finale ha un sapore ricco e gradevole. Un’altra caratteristica di Awamori è l’invecchiamento che andremo ad analizzare con cura in questa piccola guida.

Infatti all’interno di questo articolo andremo ad analizzare quella che è una tipica bevanda giapponese che spesso in Italia non è molto conosciuta e che si può trovare generalmente nei ristoranti giapponesi oppure nei market a tema giappone, spesso sparsi nelle città e riconoscibili solo dagli appassionati.

E’ un tema piuttosto particolare, quindi prestare attenzione è importante, soprattutto per acquisire al meglio le informazione. Se necessario si consiglia di prendere appunti con il telefono o un foglio di carta.

Tradizionalmente, l’Awamori deve essere bevuto da un solo bicchiere. Considerando la situazione di emergenza che stiamo affrontando, un grande aperitivo di gruppo e una catena di sorseggi è piuttosto sconsigliata. Speriamo che gli abitanti di Okinawa possano tornare a praticare questa bellissima tradizione il prima possibile. Ci sono molti argomenti su shochu e sakè, ma Awamori è un distillato e migliora sempre di più con l’invecchiamento, il quale può arrivare addirittura anche a 100 anni.

Il metodo di produzione dell’Awamori

Awamori si basa su un ingrediente molto chiaro nel mondo orientale: il riso. La produzione del distillato di Okinawa utilizza principalmente un tipo di riso Thai (un riso a grani lunghi che non è né Carnaroli né Basmati).

Secondo la consuetudine, Awamaori può essere prodotto solo ad Okinawa. Siamo molto coscienti del fatto che il processo di distillazione viene sempre effettuato prima della fase di fermentazione. Nella fase di fermentazione, soprattutto nella produzione di Awamori, viene utilizzato il fungo koji nero, che funge da lievito nel processo di fermentazione.

Per fare un confronto, Sohochu ha usato il koji bianco. Sembra che nei tempi antichi Awamori fosse prodotto con il miglio, ed è la parola “awa” della parola Awamori che ci fornisce indizi. Tuttavia, “Awa” significa letteralmente “bolla”, come se la riconnessione al processo di distillazione fosse assolutamente necessaria.

Questa metodologia sbarcò a Okinawa all’incirca nel 1600, arrivando direttamente dalla Thailandia.

Come va bevuto l’Awamori?

Il volume alcolico di Awamori è del 30%. In Giappone, è consuetudine integrare il “sake locale” con acqua (fredda o calda) o “on the rocks” con il ghiaccio, che è particolarmente impiegato nei periodi di festività.

È un distillato poliedrico perché può essere degustato in molti modi: con la soda, il succo di agrumi (succo di shequasar, un agrume locale molto usato) e anche mescolato con tè o caffè. Così come fanno gli europei, tra cui anche gli Italiani, che correggono il caffè con la grappa

L’utilizzo del distillato Awamori si è esteso anche al mondo più alimentare, dove viene usato come base per diversi condimenti, come ad esempio condimenti piccanti.

Dove si può bere l’Awamori ?

Ovviamente in Giappone, puoi trovarlo quasi ovunque negli izakayas, konbini (piccoli supermercati aperti 24 ore al giorno) e catene di supermercati più grandi. In Italia bisogna sperare che esista un bel posto giapponese, dove si trovano tanti prodotti fermentati, come il sakè e anche i distillati tradizionali delle isole giapponesi. Non bisogna dimenticare inoltre che per molti sembra la migliore combinazione per l’ Awamori, ossia il cioccolato.

Consigli finali: ovviamente l’acquisto deve essere ponderato secondo le esigenze personali, al fine di soddisfare in primis se stessi. In questo caso è bene anche consultare chi più se ne intende o altrimenti anche una persona del posto che sappia consigliare meglio di tutti.

Sono uno studente laureando in Giurisprudenza, la cui passione per la scrittura mi accompagna sin dal liceo.
Sono dirigente di due associazioni, la prima studentesca, la seconda socio-culturale. Mi impegno quotidianamente per migliorarmi e sono aperto a nuove esperienze che mi permettano di crescere, sia professionalmente che come persona.

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